Reflusso gastroesofageo (GERD) e faringolaringeo (LPR):
Due manifestazioni di uno stesso disturbo
Introduzione:
Il reflusso è un fenomeno fisiologico che può diventare patologico quando si verifica con frequenza, intensità o durata tali da provocare disturbi clinici significativi o lesioni tissutali.
In condizioni normali, il contenuto gastrico viene trattenuto nello stomaco grazie all’azione coordinata di due valvole fisiologiche:
lo sfintere esofageo inferiore (LES), che impedisce la risalita dei succhi gastrici nell’esofago;
lo sfintere esofageo superiore (UES), che protegge la faringe e la laringe.
Quando uno o entrambi questi meccanismi falliscono, il materiale acido può risalire oltre i limiti consentiti, dando luogo a due quadri clinici distinti: il reflusso gastroesofageo (GERD) e il reflusso faringolaringeo (LPR). Sebbene abbiano origine comune, presentano caratteristiche, manifestazioni e approcci terapeutici differenti.
Il reflusso gastroesofageo (GERD)
Il reflusso gastroesofageo patologico (GERD) si verifica quando il contenuto acido dello stomaco risale nell’esofago in modo anomalo, causando sintomi e/o lesioni della mucosa esofagea. Può essere presente anche in soggetti giovani, sportivi e in gravidanza, ma è più comune nei soggetti in sovrappeso, sedentari o con abitudini alimentari scorrette.
Meccanismi e cause
Le principali cause di GERD sono:
Incompetenza del LES, che non chiude adeguatamente il passaggio tra stomaco ed esofago;
Ernia iatale, che altera l’anatomia del cardias e facilita il reflusso;
Aumento della pressione intra-addominale (obesità, gravidanza, stitichezza cronica);
Svuotamento gastrico ritardato;
Diete ricche di cibi grassi, fritti, cioccolato, alcol, caffè;
Fumo di sigaretta, che riduce il tono dello sfintere.
Sintomi
I sintomi tipici del GERD includono:
Pirosi (bruciore di stomaco), localizzato dietro lo sterno e spesso peggiorato dopo i pasti o in posizione supina;
Rigurgito acido, con risalita del contenuto gastrico in bocca;
Disfagia (difficoltà a deglutire);
Dolore toracico non cardiaco, spesso confuso con angina pectoris;
Sapore amaro o acido in bocca, soprattutto al risveglio.
Possono esserci anche sintomi atipici, come tosse cronica, asma notturna, raucedine, singhiozzo persistente.
Diagnosi
La diagnosi si basa su:
Gastroscopia (EGDS): valuta la presenza di esofagite, ernia iatale o lesioni precancerose come l’esofago di Barrett;
pH-metria esofagea 24 ore: misura la quantità e la durata del reflusso acido;
Manometria esofagea: valuta la motilità e il tono dello sfintere esofageo;
Impedenzometria: utile per studiare reflussi non acidi.
Fibroscopia laringea che evidenzia i segni clinici laringei indiretti.
Complicanze
In caso di reflusso non trattato o trascurato, possono insorgere:
Esofagite erosiva o ulcerativa;
Stenosi esofagee cicatriziali;
Esofago di Barrett, condizione premaligna;
Rischio aumentato di adenocarcinoma esofageo.
Trattamento
Modifiche dello stile di vita:
Dimagrimento, se necessario;
Eliminazione di fumo, alcol, cibi irritanti;
Mangiare in modo leggero e frequente;
Evitare pasti serali abbondanti e sdraiarsi dopo cena;
Dormire con la testa del letto sollevata.
Terapia farmacologica:
IPP (inibitori di pompa protonica) come omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo;
Antiacidi e H2-antagonisti;
Procinetici, per migliorare lo svuotamento gastrico.
Chirurgia antireflusso (fundoplicatio secondo Nissen), in casi selezionati.
Il reflusso faringolaringeo (LPR)
Il reflusso faringolaringeo (LPR) è una forma di reflusso che interessa le vie aeree superiori (laringe, faringe, cavità orale) e spesso non presenta i sintomi classici del GERD. I tessuti coinvolti non sono protetti contro l’acido o la pepsina e si danneggiano facilmente anche con piccole quantità di reflusso.
Meccanismo
Il reflusso faringolaringeo avviene quando:
Lo sfintere esofageo superiore (UES) si apre in modo anomalo;
Il contenuto gastrico risale oltre l’esofago, arrivando fino alla gola o alle vie respiratorie;
Talvolta il reflusso è “silente”: il paziente non ha pirosi, ma presenta sintomi respiratori, vocali o faringei.
Sintomi
I sintomi del LPR sono spesso subdoli e aspecifici, tra cui:
Raucedine o disfonia cronica;
Afonia parziale o affaticamento vocale;
Tosse secca persistente, spesso notturna;
Senso di nodo in gola (globo faringeo);
Sensazione di muco in gola o bisogno di schiarirsi la voce;
Laringospasmi notturni o sensazione di soffocamento;
Mal di gola ricorrente, senza infezioni;
Otalgia riflessa, senza patologia auricolare.
Diagnosi
Poiché spesso non c’è esofagite né bruciore, la diagnosi può essere difficile. Gli strumenti utili sono:
Fibrolaringoscopia: permette di osservare infiammazioni croniche della laringe, edema delle corde vocali, eritema retrocricoideo;
Reflux Symptom Index (RSI) e Reflux Finding Score (RFS): questionari standardizzati;
pH-metria faringoesofagea a doppia sonda;
Impedenzometria multicanale: per rilevare anche reflussi non acidi.
Complicanze
Se trascurato, il LPR può causare:
Laringite cronica;
Noduli o polipi vocali;
Granulomi da reflusso;
Edema laringeo di Reinke (associato al fumo);
Stenosi glottiche;
Peggioramento di patologie respiratorie (asma, BPCO).
Trattamento
Il LPR richiede un approccio più complesso rispetto al GE
Modifiche dietetico-comportamentali (vedi GERD);
IPP ad alto dosaggio, spesso per 2–3 mesi o più;
Alginati, per creare una barriera antireflusso;
Riabilitazione logopedica, per migliorare la fonazione e ridurre lo sforzo vocale;
In alcuni casi, corticosteroidi inalatori (in caso di infiammazioni severe della laringe).
Parametro
GERD
LPR
Organo coinvolto
Esofago
Faringe, laringe
Sintomi principali
Bruciore, rigurgito
Raucedine, tosse, voce roca
Acidità del reflusso
Spesso acido
Acido, pepsina, anche non acido
Diagnosi
Gastroscopia, pH-metria esofagea
Laringoscopia, pH-metria doppia sonda
Risposta alla terapia
Spesso rapida
Lenta, talvolta parziale
Complicanze
Esofagite, Barrett
Laringite cronica, granulomi vocali
Conclusioni
GERD e LPR rappresentano due aspetti diversi di una stessa disfunzione del sistema digestivo e respiratorio superiore. È fondamentale che il medico distingua correttamente le due condizioni, perché la diagnosi errata può portare a trattamenti inefficaci.
Il paziente deve essere informato che la costanza della terapia, la modifica dello stile di vita e la collaborazione multidisciplinare (otorino, gastroenterologo, logopedista) sono spesso essenziali per un recupero completo e duraturo.